Pasqua insanguinata

Un mistero di morte e risurrezione

Abbiamo difficoltà a pensare un augurio per i nostri lettori, in questa Pasqua insanguinata 2022. Cosa augurare loro in questo scenario di devastazione di tutti i valori che avevamo considerato “acquisiti”, a partire dal ripudio della guerra sancito dalla nostra Costituzione?

Quale augurio è mai possibile sullo sfondo di cadaveri disseminati per le strade o estratti dalle fosse comuni, di palazzi sventrati, delle armi che improvvisamente fioriscono come funghi dopo la pioggia, di missili e macchine belliche a centinaia (ma dove le nascondevano? Quando le hanno costruite? Dove?), di capi di Stato che trattano altri capi di Stato da macellai e criminali di guerra?

E soprattutto di quella sventurata incertezza su ciò che sembrava incontestabilmente vero e ciò che è evidentemente manomesso, se non addirittura falsificato ad arte, il tutto in un mix che è il massimo della contaminazione e della impurità, anzi rasenta il diabolico.

Cerchiamo aiuto nei Vangeli? Luca: “Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate. Devono infatti accadere prima queste cose, ma non sarà subito la fine”. Matteo: “Guardate di non allarmarvi; è necessario che tutto questo avvenga, ma non è ancora la fine. Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno”.

Sappiamo bene che la Scrittura non va piegata alla ragione contingente, ma quel “non allarmatevi”, quell’invito a non essere terrorizzati, mai, non placa il nostro stupore sulla ineluttabilità del male.

Non giriamo la testa per non vedere, inghiottiamo a fatica, ma chiniamo il cuore di fronte a Chi ci garantisce che tutto questo è “necessario”.

Forse proprio in questo consiste il Mistero Pasquale. Un mistero di morte. E di risurrezione.