Maggioranze & Minoranze

Il grande tema rimosso dell'astensionismo

Eccoci qua, al “Fondo” di questo numero zero del nostro Blog #5835 che, come abbiamo anticipato, ci è piaciuto collocare letteralmente in fondo al Magazine.
Perché? Un po’ perché mettere le cose sottosopra ogni tanto fa bene, un po’ perché è qua, nel  basso del vaso, che va posto drenaggio e terriccio, affinché le radici del nostro operare godano pienamente dell’humus di cui sono destinate a nutrirsi; e il nostro “coltivare” la passione per la politica e la cultura non si esaurisca in uno stentato risultato elettorale.
Il ritornello un po’ ossessivo di questo “Fondo”, che cioè cinquemila ottocento trentacinque persone sono in realtà un numero enorme viene affrontato dal più anziano dei nostri collaboratori come semplice carotaggio di un tema che richiederebbe il coinvolgimento degli Istituti di ricerca dell’Università, come un tempo si faceva, quando ancora lavoravano ricercatori e giornalisti del calibro di Attilio Gardini e Silvano Cardellini.

Il ritratto anagrafico di Rimini è presto fatto: poco più di 150.000 abitanti, con leggera prevalenza femminile, 46 anni l’età media, solo un migliaio di nuovi nati, metà quasi esatta dei decessi (attribuiti genericamente al Covid, 79 in media gli uomini, 84 le donne, ma quanto mai deve vivere un “cristiano”?), ben 2300 i riminesi in fuga da Rimini verso altri lidi, italiani o stranieri, per ragioni di lavoro (una volta si chiamava “fuga di cervelli”) contro qualcosa come 20.300 cittadini stranieri di varie etnie, naturalizzati a Rimini (il 13,5% della popolazione!).

Per quanto riguarda il voto, su 120.146 aventi diritto , solo il 55,59 %, vale a dire solo 66 716 riminesi hanno esercitato il loro diritto-dovere. Di questi il 51,32 %, cioè 33.542  ha eletto il sindaco attuale. Ma più corretto sarebbe dire: solo il 27, 76 % della popolazione con diritto al voto, esprime la maggioranza che governerà la città per i cinque anni a venire.

Intendiamoci a scanso di equivoci, so bene che questo è un dato addirittura consolante rispetto a certe realtà, come gli Usa, dove l’assenteismo dalle urne ha raggiunto livelli inquietanti; non faccio di mestiere il sociologo e nutro del resto poco interesse per i numeri, ci sono esperti per questo (vedi, ad esempio, questo articolo di Openpolis). Ma sono preoccupato per ciò che sta dietro questa ormai da tutti riconosciuta “disaffezione” nei confronti della politica.

Perché dietro i numeri ci sono persone, fatiche, speranze, drammi, progetti, odi che possono sfociare in omicidi, generosità imprevedibili, egoismi assoluti, paure. Un quadro di situazioni complesse che la politica non riuscirà a mai a “governare”. Ma è anche un quadro in cui il nostro “numero di riferimento”, quei 5835 cittadini che sono andati a votare controtendenza, rappresenta un “campione” virtuoso ed estremamente variegato di quelle che in tempi e situazioni diverse avrebbero potuto essere altrettante astensioni. Stupisce ad esempio l’arcobaleno di professioni, livello culturale, età e quant’altro di quel “campione” emerso dal pre-voto, aggregato attorno a una speranza di cambiamento non meglio precisata.

Direi che questo strano Bar multietnico e multiculturale da Star Wars che stiamo inaugurando sia il modello da adottare, o per meglio dire, il metodo culturale da costruire per comunicare negli spazi siderali che separano i cittadini dalla politica, sarà un po’ troppo fantasioso, ma rende l’idea.

Dunque, buon lavoro a tutti noi e che la Forza sia con noi!

Mario Guaraldi