Cosa dire, cosa scrivere oggi alla notizia della tua morte? Che per me non sei morto, che quello che mi hai insegnato lo custodirò sempre, che sono stata fortunata ― e tanto ― ad incontrarti, a camminare con te ad averti avuto accanto in questi anni. Non mi hai mai lasciato sola, e so che non lo farai nemmeno ora.
I miei ricordi più belli con te? Li elenco? Me ne scorderò tanti…
La prima illuminazione: l’Università della Marginalità in cui per la prima volta ho potuto ascoltare una delle idee più illuminanti che avessi sentito: credevi, e io da quel momento ci ho creduto ed ho fatto mio quel credo, che le persone che avevano vissuto in situazioni di marginalità potessero insegnare agli altri non solo all’Università della Vita, ma anche ai questori, ai poliziotti, ai Carabinieri, ai medici, agli psicologi, alle assistenti sociali, ai dirigenti dei Comuni… insomma tutte quelle persone che normalmente, nella nostra società hanno posizioni di rilievo, sui banchi ad ascoltare senza fissa dimora, persone con disturbi psichiatrici, donne vittime di tratta, persone abusate e maltrattate, chi aveva avuto problemi di alcool dipendenza o tossicodipendenza, ex detenuti….
A scriverlo ora sembra un sogno… Eppure a me personalmente hai lasciato come un testamento, un messaggio di giustizia e pace, un messaggio di fratellanza e sorellanza con gli Ultimi.
E poi mi hai illuminato con un’altra idea stravolgente, l’Università del Perdono, e mi hai fatto capire tante cose sul nostro sistema giudiziario e sulle pene…
E poi ancora il tuo occhio con verso la disabilità, quello che ha illuminati tantissimi pedagogisti italiani e internazionali.
E poi le tue due candidature con me, mi chiedevi quasi incredulo, ma divertito: perché mi vuoi? E io “per dare lustro alla mia lista”! ci scherzavo molto su questo, su cosa renda lustro ad una persona e siamo sempre stati concordi che a noi i titoli non interessavano, interessavano le persone, quelle che si prendevano cura degli altri e poi quell’altra idea geniale: l’istituzione del “Premio all’Educatore di fatto”; chi era? Per chi? Chi avremmo premiato? Il giornalaio, il benzinaio, il barista che con la sua opera rendeva migliore la vita degli altri, insomma quegli “eroi“ del quotidiano che normalmente non hanno mai i riflettori addosso ma che sanno fare con piccoli gesti, grandi cose!
Quando ti ho raccontato a luglio della mia vicenda politica mi hai preso per mano e mi hai sollevato, eri già molto debole fisicamente, ma la tua forza mi è arrivata, il coraggio che mi hai dato mi ha permesso di affrontare una durissima campagna elettorale dove tu, insieme ad altre pochissime, preziose persone, mi avete dato il vostro sostegno, mi avete fatto sentire quell’amore disinteressato che pochi umani sanno trasmettere.
Eri con me candidato nelle elezioni del 2016, quando ero Vicesindaco, eri con me nel 2021, quando mi avevano tolto deleghe e ruolo…
E poi il nostro ultimo scambio un paio di mesi fa: mi hai detto che eri al lumicino, ma sereno, ed io ti ho sentito davvero così, volevo venire a trovarti, ma tu mi hai detto che non avrei potuto ma che “mi sentivi vicina “ e così hai rasserenato anche me.
Oggi ho parlato con tua moglie, non l’avevo mai sentita personalmente, ma le ho detto che lui mi parlava di lei e a lei lui aveva tanto parlato di me…è stato come se ci fossimo sempre conosciute, le ho espresso il desiderio di Rimini di poter ricordare questo cittadino onorario che abbiamo tanto amato, e così ti ricorderemo, mi è venuta un’idea bella….
Ti voglio bene e ti abbraccio ovunque tu sia ora!