Il Parco Eolico

Realizzarlo oppure no?

Il Parco Eolico: realizzarlo oppure no? La discussione non può essere ridotta ad una banale conversazione da bar.

Questo il titolo che avevo dato al mio contributo, alla questione del Parco Eolico nelle acque prospicienti il mare di Rimini, lo scorso marzo. Dopo un leggero assopimento mediatico, vi era la stagione estiva in arrivo, ecco tornare prepotentemente il lightmotif sulla sua realizzazione, nonché i progressi nell’iter burocratico a livello governativo. Ed ecco apparire, il 10 ottobre 2022, sul sito del Ministero della Transizione Ecologica tutta quella documentazione richiesta/necessaria per capire cosa è possibile fare. Di fatto, le informazioni a cui faccio richiamo nella mia riflessione di marzo, sono quelle appena pubblicate, e consistono in centinaia di pagine che occorrerebbe leggere e farne una disamina con esperti per potere presentare interrogazioni, o opposizioni, o diciamo in generale delucidazioni, e il tutto entro i prossimi 30 giorni. Tuttavia, tra i consulenti che hanno partecipato alla stesura delle relazioni richieste vi sono anche alcuni dei propugnatori la realizzazione di quest’opera.

Prima di entrare sull’argomentazione per cui, a mio avviso, è una operazione non appropriata, a causa delle fortissime commistioni che verranno a crearsi, nonché per motivi economici e tecnici, occorre fare alcune puntualizzazioni.

La quantità di energia prodotta da immettersi, tout-court nel mainstream TERNA, potrebbe non essere accettata in toto, e quindi un forte rischio che venga dissipata, con una perdita stimabile sino ad un 50%. Poi, visto che non vi è alcun utilizzo di questa energia nell’area prospiciente la zona di produzione, il suo trasporto genera una perdita media del 7%; ovvero, non vi è alcun beneficio per le popolazioni che abitano nell’area prospiciente al Parco Eolico. Di fatto, venendo l’energia immessa nel “calderone di TERNA, verrà poi pagata come se fosse stata prodotta con sorgenti fossili. Il costo preventivato per la realizzazione di quest’opera sembra, a dir poco, fuori controllo, anche se altre stime, successivamente apparse sulla stampa locale, indicano senza motivarne il perché. Infine, anche se non ne faccio una questione di landscape, alcuni aspetti paesaggisti bisognerebbe tenerli a mente.

 

“L’Europa caldeggia da molto tempo l’approvvigionamento di energia attraverso una conversione, ovvero una transizione verso fonti rinnovabili, e tra queste l’eolico. Per perseguire tali obiettivi la UE ha stanziato cospicui finanziamenti che i Paesi del Nord hanno subito colto l’opportunità di utilizzare, come sempre, mentre i paesi del Mediterraneo faticano a fare proprie le innovazioni: è forse causato da un approccio levantino nell’affrontare i problemi? Dal punto di vista meramente tecnico i mari del Nord si prestano maggiormente ad ospitare Parchi Eolici rispetto ai mari italiani/mediterranei, in quanto caratterizzati da “venti” mediamente molto più sostenuti che, ovviamente, determineranno la quantità di energia che verrà prodotta.

Il progetto dell’installazione di un Parco Eolico, nelle acque prospicienti i litorali adriatici, era già stato affrontato, ed uno studio/ricerca sui “venti” evidenziava che le zone “più favorevoli” risultavano quelle del litorale Abruzzese. Di fatto, per quanto riguarda le coste riminesi, i venti presentano valori massimi stimati attorno 11 nodi marini, quindi non particolarmente allettanti.

La Regione Emilia-Romagna già nel 2005 diede il primo parere favorevole alla fattibilità di un Parco Eolico nelle nostre acque, parere più volte rimarcato dai Presidenti della Provincia di Rimini. Tuttavia, in questi oltre 15 anni, l’opinione pubblica non ha mai beneficiato di una informazione adeguata, ma esclusivamente di tipo meramente politico/partitico sulla supposta valenza dell’opera. In particolare, del progetto che sembra essere alle porte, un documento, l’unico reperibile (almeno dalle ricerche da me condotte), si trova sul sito della Guarda Costiera, Guardia Costiera/ Energia Wind 2000, presentato nel Maggio 2020. Questo documento, oltre ad evidenziare il macchinoso aspetto burocratico, ben poco comunica dell’aspetto tecnologico/ambientale; ad esempio, informare la popolazione sull’eventuale inquinamento ambientale, le ripercussioni sulla fauna, sulle attività di pesca, sulla nautica da diporto, etc..

A ciò occorre aggiungere le controverse dichiarazioni dei politici su questo argomento, come la Dichiarazione del presidente della Provincia, Santi, Novembre 2020, seguita da una sua presa di posizione contraria l’anno successivo. O come la posizione della precedente Amministrazione, Sindaco Gnassi, contraria alla realizzazione di tale impianto, mentre l’attuale Sindaco, visto il gruppo Europa Verde, facente parte della maggioranza, che nel manifesto programmatico propugnava il Parco Eolico, lo si deve considerare favorevole? Tuttavia, le foto pubblicate ultimamente dall’Assessora Montini, deputata all’ambiente, con tematica “fonti energetiche rinnovabili”, sembrano comunque un po’ confuse; si parla/vengono mostrati pannelli solari galleggianti (mi sembra un forte richiamo al BoaBay), di Pale eoliche in montagna, e tutto ciò induce ad ipotizzare che non vi sia una visione chiara sul da farsi, o forse nessuna visione? o fumo di distrazione? comunque tutti tacciono.

Nelle relazioni pubbliche disponibili nulla è stato detto della “Normativa UE Spazio Marittimo” che istituisce un quadro per la pianificazione di detto spazio. Infatti, il rapido ed elevato incremento della domanda di spazio marittimo per scopi diversi come, appunto, gli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, lo sfruttamento di petrolio e gas naturale, il trasporto marittimo, le attività di pesca (compresi impianti di acquacoltura), la nautica da diporto, il turismo, l’impatto sulle risorse costiere, tutto ciò richiederebbe una strategia integrata di pianificazione e di gestione. Qualcuno l’ha fatto?

Nelle relazioni pubbliche nulla è stato detto sull’Offshore Wind Farms Impact Analysis. Quando si affronta lo studio delle conseguenze ambientali delle attività umane, non è più sufficiente la conoscenza degli effetti individuali su ciascuna delle componenti dell’ecosistema ma occorre passare alla definizione degli effetti cumulativi (ed eventualmente sinergici) sull’intero ecosistema, ovvero individuare i possibili effetti “connessi”. In particolare, uno dei problemi più eclatanti risiede nella mancanza di conoscenza circa le caratteristiche ambientali delle aree potenzialmente utilizzabili per gli impianti eolici, ovvero se siano aree ecologicamente sostenibile. In definitiva, occorrerebbe uno studio approfondito, condotto da parti terze, che chiarisse gli effetti secondari indotti da queste installazioni: ad esempio, l’inquinamento acustico ed il suo impatto sulla fauna marina.

Nelle relazioni pubbliche nulla è stato detto perché l’energia prodotta non sia utilizzata direttamente dalle “comunità” coinvolte nel progetto. Il suo utilizzo risulterebbe a “Km zero”, quindi una maggiore redditività, e maggiori benefici economici (costi dell’energia) per le comunità stesse; tuttavia, come ipotizzato nel progetto, l’energia prodotta verrà immessa nel mainstream di TERNA, rendendo così il costo di “questa energia” come se fosse stata prodotta con un tradizionale bruciatore a gas! L’utilizzo in loco dell’energia prodotta altro non è che l’applicazione del principio delle “Comunità Energetiche”; vale a dire, l’utilizzo dell’energia (abitazioni, alimentazione di impianti/aree industriali, etc.) in aree il più possibile vicinali al luogo di produzione.

Occorre inoltre sottolineare che i tempi di realizzazione di un tale progetto, prima di entrare in funzione, è stimabile in circa cinque anni! Nel frattempo, vista la rapidità di mutamento dello scenario energetico/politico si potrebbe presentare già obsoleto e/o non più competitivo.

Ultimo, ma non certo il meno importante, anzi, l’aspetto tecnologico.

Di fatto, il progetto proposto per il litorale riminese sembra ormai sorpassato. Nuovi impianti, realizzati nel mare del Nord, hanno messo in evidenza la maggior versatilità delle Pale Eoliche galleggianti, posizionabili a distanza variabile dalle coste in quanto non condizionate dalla “profondità del fondale”; al contrario, questo parametro, max profondità 50 metri, definisce intrinsecamente la distanza dalle coste di un impianto a Pale fisse.

Dal punto di vista meramente descrittivo, il progetto Energia Wind 2000 è di tipo offshore fisso in grado di produrre 330 MW (Megawatts), utilizzando 51 Pale di potenza (presumibile) di 6.47 MW l’una, e per la sua realizzazione è stato preventivato un costo di 1560 Ml di Euro (questo l’unico dato reperito sulla stampa sino a quando ho scritto questo articolo). Quest’ultimo parametro, l’investimento finanziario, tuttavia sembra decisamente elevato per la potenza che si verrà a produrre!

Ho cercato allora se in paesi europei esistono Parchi Eolici simili, al fine di potere fare un raffronto dei costi per potenza prodotta. Navigando in rete, ho trovato che a Dicembre 2021 è entrato in funzione il più grande Parco Eolico offshore fisso, il Fryslan Wind Farm, in Olanda, che genera una potenza di 382.7 MW, costituito da 89 Pale da 4.3 MW ciascuna. Le caratteristiche di questo Parco Eolico potrebbero essere paragonate a quello previsto nelle acque prospicienti a Rimini, e quindi permettere un confronto. L’unico parametro fortemente dissonante è la disparità di spesa per la loro realizzazione: 850 Milioni di Euro, reali, per il Fryslan Wind Farm, 1560 Milioni di Euro quelli ipotizzati per il progetto Energia Wind 2000.

Connemara, regione nel ovest dell'Irlanda. Foto Dorin Mihai
Connemara, regione nel ovest dell’Irlanda. Foto Dorin Mihai

I progettisti dell’impianto olandese indicano, inoltre, come fare un impiego proficuo dell’energia prodotta, ovvero diversificandone l’utilizzo. Così, a partire da gennaio 2022, 350 GWh di energia, pari al 23% dell’energia totale generata dall’intero Fryslan Wind Farm, e corrispondente a quella prodotta da 21 turbine eoliche, viene indirizzata/utilizzata per alimentare il parco industriale di Chemelot a Geleen.

Questa diversificazione dell’utilizzo dell’energia permette/suggerisce la possibilità di un confronto ancor più realistico fra i due impianti; infatti, si può immaginare di valutare quante Pale dell’impianto riminese sarebbero coinvolte per generare la stessa quantità di energia, ed il relativo costo di realizzazione.

Operativamente, le 21 Pale del Fryslan Wind Farm, in grado di produrre 350 GWh, hanno richiesto investimenti pari a 201 Ml di Euro (dato reale!); i dati tecnici disponibili, relativi all’impianto Wind 2000, portano a stimare in 14 le turbine eoliche, su di un totale di 51, quelle coinvolte per produrre la stessa quantità di energia, 350 GWh, ed un impegno finanziario stimabile in 428 Ml di Euro. Questo raffronto sui costi di realizzazione dei due parchi fa nascere forti dubbi sulla convenienza/fattibilità del Parco riminese!

Ritengo, pertanto, che la lacunosa informazione tecnica, come quella sull’ambiente, sulla ricaduta sulle attività turistiche nautiche, basti pensare alla nautica da diporto, a vela o a motore, presente in questo tratto di mare, sul turismo costiero, nonché l’utilizzo non al meglio dell’energia prodotta e lo smisurato investimento di denaro richiesto per la relativa bassa potenza generata, la realizzazione di un Parco Eolico antistante la Riviera di Rimini-Cattolica sia del tutto inappropriata!”

Photo credit Olbiapuntoit