Energie rinnovabili: da una grave criticità, una grande possibilità

Il richiamo ad un impegno preso in tema di energie rinnovabili

Il costo dell’energia è aumentato vertiginosamente. Il clima mostra squilibri sempre più marcati e repentini. Da oltre 20 anni, Ecomondo è, a Rimini, la più importante vetrina della sostenibilità europea con più di 100.000 visitatori ed oltre 1200 espositori ad ogni edizione. È notizia di questi giorni che una prestigiosa conferenza internazionale organizzata ogni 4 anni da IAG, l’associazione internazionale di geodesia (membro del consiglio internazionale per la scienza), si terrà al palacongressi della nostra città. Dal 23 al 25 marzo 2022 la Fiera di Rimini ospita “Solar Exhibition and Conference by Key Energy (SEC)“, un nuovo appuntamento dedicato al mondo del fotovoltaico e alle infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici, targato Italian Exhibition Group.

Siamo dunque tra la prime città al mondo ad indicare la via per la salvaguardia del pianeta contro i cambiamenti climatici che dobbiamo attuare soprattutto con la decarbonizzazione, abbandonando la produzione di energia da fonti fossili a favore di quelle rinnovabili. Ma sembra che la nostra città non se ne sia accorta!

Il Piano Energetico Comunale, PEC, aveva deliberato, in ben 680 pagine , una serie di punti precisi in ordine alla messa in opera di iniziative per l’uso razionale dell’energia e alla riduzione dei consumi nei vari settori di attività; per il raggiungimento degli obiettivi di Kyoto di riduzione delle emissioni di CO2: così come previsto nell’ambito del Protocollo di Kyoto, dove l’Italia aveva assunto l’impegno, di ridurre, rispetto al 1990, del 6,5% le proprie emissioni di gas climalteranti nel periodo 2008/2012; per l’attuazione di politiche e strategie atte a perseguire gli obiettivi “20-20-20” dell’Unione Europea così come già disciplinato nel PAES approvato in Consiglio Comunale; e soprattutto per l’autoproduzione della energia elettrica necessaria a sostenere i bisogni del territorio; per l’aumento del contributo delle fonti rinnovabili utilizzando al massimo le risorse presenti sul territorio; per la riduzione dell’energia per il trasporto attraverso piani, programmi e azioni inerenti alla mobilità di passeggeri e merci.


Che fine ha fatto l’Energy Point previsto dal PEC?

La sua funzione avrebbe dovuto essere principalmente quella di fornire un supporto ai privati oltre a monitorare i benefici e gli effetti delle azioni definite; individuare la possibilità di reperire risorse europee per lo sviluppo degli obiettivi di piano, con particolare attenzione allo sviluppo di competenze relative alle Fonti Energetiche Rinnovabile (FER) e al settore dell’edilizia e dei materiali.

Che contributo strutturale sistemico offre oggi la nostra città rispetto alla più grande sfida del nostro tempo che dal Green New Deal europeo al PNRR, è considerata ormai centrale, tanto da beneficiare della maggior entità finanziaria nel recovery fund del Next Generation EU? Gli ultimi Dlgs del Governo, il 199 ed il 210 del 08 novembre pubblicati in Gazzetta Ufficiale il 30/11/2021, mettono a terra lo strumento principe per la transizione energetica: le comunità energetiche rinnovabili.

Nel quadro di forte rigenerazione territoriale e culturale intrapresa nell’ultimo decennio, anzi, nella più grande rivoluzione economica e sociale dal dopoguerra rappresentata dalla transizione ecologica, non può e non deve crogiolarsi nel “basta merda in mare” auto-incensandosi per aver sdoppiato le fogne e aver iniziato a pedonalizzare il lungomare. È solo una goccia nel mare rispetto al contributo che siamo chiamati ad offrire sull’abbattimento delle immissioni climalteranti.

Una collettività capace di comprendere e cogliere l’opportunità del cambiamento che ogni situazione critica offre, deve essere messa nelle condizioni di cavalcarla. Per raggiungere gli obiettivi nazionali ed Europei dell’agenda 2030 che già entro i prossimi otto anni chiede di ridurre del 55% le immissioni di carbonio in atmosfera, ogni singolo territorio deve fare la sua parte e lo deve fare subito. Rimini compresa.

Sarebbe questo il momento per lanciare e pianificare le le comunità energetiche rinnovabili di quartiere, con l’ausilio del partenariato pubblico/privato. Le CER sono un metodo innovativo di approvvigionamento energetico che ha tanti vantaggi e porterebbe benefici economici, sociali ed ambientali importanti. Accedendo infatti a tutti i mercati dell’energia elettrica, si può produrre, consumare, immagazzinare e vendere energia rinnovabile; scambiare, all’interno della stessa comunità, l’energia prodotta dalle diverse unità di produzione.

Tramite le CER i consumatori finali (industrie, cittadini, Comuni) diventerebbero attori (Prosumer) al centro della transizione energetica perché sono in grado di autoprodurre localmente l’energia necessaria al proprio fabbisogno. Si ridurrebbe lo scarto di energia elettrica prodotta dagli impianti da fonti energetiche rinnovabili e si aumenterebbe l’Economia Circolare anche nel settore energetico, favorendo la transizione energetica e riducendo le emissioni di CO2.

Giancarlo Grossi


Nota. Sull’impianto di questa Proposta il Consigliere di minoranza Stefano Brunori ha predisposto una Proposta di delibera che ha inviato al Consiglio Comunale il 2 gennaio scorso. Viene in altri termini ricordata alla Giunta la propria Delibera del marzo 2016 relativa al Piano Energetico Comunale, rimasta pressoché al palo delle “buone intenzioni”, proponendo il recepimento fattivo delle ultime disposizioni di Legge del Governo che recepiscono gli strumenti per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 ed il PNRR.

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