Come gruppo consiliare “Gloria Lisi per Rimini”, abbiamo presentato due proposte di Delibera, riguardanti: “Lo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili” e “L’istituzione di una Consulta delle Disabilità”. Le proposte sono frutto del lavoro di rappresentati delle liste collegate alla candidatura di Gloria Lisi e sono state da subito aperte al contributo propositivo di tutte le forze politiche.
Mentre ci chiediamo a cosa si deve l’atteggiamento del Consiglio Comunale ― reiterato più volte e manifestato attraverso l’abbandono dell’aula per evitare di accogliere la discussione ― andiamo avanti lungo la strada che abbiamo scelto (rimettere al centro della politica l’interesse dei riminesi) con due proposte che sono solo apparentemente slegate l’una dall’altra.
Infatti, entrambe contribuiscono a instaurare una forma mentis che vogliamo proporre alla rappresentanza popolare, quella che ha dato mandato al Consiglio di perseguire il bene comune e l’interesse collettivo.
Comunità Energetiche Rinnovabili di quartiere
Le Comunità Energetiche Rinnovabili di quartiere (CER) costituiscono un baluardo che demolisce le barriere che ostacolano la possibilità dei cittadini di partecipare attivamente ed inclusivamente alla produzione e distribuzione dell’energia necessaria al fabbisogno di base delle abitazioni così come delle imprese, consentendo l’abbattimento delle emissioni inquinanti e riducendo i conseguenti impatti ambientali e sanitari.
L’energia condivisa conviene a tutti: è fonte di sviluppo economico e sociale, è leva di tutela ambientale così come motore di sussidiarietà civile e civica. Inoltre ― come segnala il Rapporto Burtalnd Our Commonwealth future ― “Lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfi il bisogno del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future a soddisfarne i propri”.
La riduzione dei costi in bolletta può essere lo strumento efficace da impiegare per affrontare il problema della povertà energetica che colpisce in particolare le famiglie con disagio economico, cosi come la redditività prodotta da ogni comunità energetica nel rispettivo quartiere, costituisce leva di integrazione e civismo nell’impiego del surplus finanziario determinata dalle CER per il mantenimento e l’abbellimento del quartiere, la creazione di parchi giochi, strutture sportive o sostegno delle famiglie in stato di bisogno e difficolta economica.
People Planet Prosperity
La disabilità è senz’altro condizione che determina una debolezza, però “le persone cosiddette disabili possono essere viste come bisognose di protezione e carità, oppure come cittadini con pari diritti e opportunità”, per citare la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 13 dicembre 2006 da 163 nazioni. E nelle fasce deboli oggi ― oltre a quelle con una minoranza fisica e quelle economicamente e socialmente svantaggiate ― dobbiamo annoverare anche il nostro pianeta, la casa che abitiamo.
Sono queste le priorità individuate dalla Presidenza italiana del G20 al centro del Vertice dei Capi di Stato e di Governo svoltosi a Roma il 30 e 31 ottobre scorsi. Queste sono le direttrici a cui le istituzioni di tutti i livelli devono orientarsi, nel solerte accoglimento delle leggi sovraordinate, nel rispetto del mandato di rappresentanza popolare ricevuto e nel sereno rapporto con la propria coscienza.
Questo è lo spirito dell’impianto delle nostre proposte ed è perciò che difficilmente possiamo comprendere l’atteggiamento dei consiglieri comunali di maggioranza.
Note per i redattori
La transizione ecologica, tema al centro della Agenda 2030 delle Nazioni Unite, è infatti sempre più attuale e centrale nelle scelte politiche del nostro Paese e rappresenta un’importante sfida per rispondere alle esigenze globali di uno sviluppo sostenibile, anche in vista delle opportunità collegate al Piano Next generation EU.
Le CER svolge una funzione centrale a favore della transizione energetica dal basso, in particolare producendo elettricità non solo 100% rinnovabile, ma anche sostenibile ed etica.
La qualifica di energia “etica” e “sostenibile” la si deve alle finalità per cui opera: non per finalità lucrativa, ma per determinare benefici (economici, sociali, ambientali) per i propri membri: lo scopo delle nasciture comunità energetiche rinnovabili, che rappresentano il futuro della produzione diffusa di energia rinnovabile, è realizzare un modello energetico sostenibile, democratico, partecipato, cooperativo, resiliente e basato sull’utilizzo esclusivo di energia da fonti rinnovabili, privilegiando gli impianti a basso impatto ambientale che incontrano il favore dei territori.
Le CER costituiscono una grande opportunità, sono il fulcro centrale per la “messa a terra” di iniziative capaci di CONCRETIZZARE i concetti di TUTELA AMBIENTALE, SVILUPPO ECONOMICO e COESIONE SOCIALE, in un’ottica di condivisione partecipata ed inclusiva che si incardina in ciò che dal punto di vista normativo, civile e morale, siamo chiamati a fare, nell’attuale quadro Europeo e nazionale (PNRR).
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) sono forme di associazioni non commerciali (soggetto giuridico, con partecipazione aperta e volontaria) di famiglie, PMI ed enti territoriali, compresi i Comuni, che condividendo uno o più impianti di produzione di energia rinnovabile, possono produrre, consumare, immagazzinare e vendere energia elettrica rinnovabile.
Sono l’evoluzione delle cooperative energetiche di inizio 1900 sviluppate nell’arco alpino. L’autoconsumo Collettivo (AC) è invece una configurazione attivabile (con accordo privato) da famiglie e altri soggetti che si trovano nello stesso edificio (centri commerciali) o condominio. I consumatori assumono un ruolo attivo. CER e AC rappresentano un driver importante nella transizione ecologica. Accelerano il cambio di paradigma del sistema energetico dove la produzione di energia elettrica è sempre più decentrata. I consumatori assumono il ruolo primario e attivo (Prosumer) di produzione di energia da fonti rinnovabili e promozione di iniziative per l’efficienza energetica.
Il quadro normativo è la direttiva europea RED II (Renewable Energy Directive) che detta un preciso indirizzo agli Stati in tale direzione, affinché «le autorità competenti a livello nazionale, regionale e locale inseriscano disposizioni volte all’integrazione e alla diffusione delle energie rinnovabili, anche per l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili e le comunità di energia rinnovabile».
In Italia, nelle more del recepimento della direttiva RED II (giugno 2021), con il decreto legge 30 dicembre 2019, n. 162, (Milleproroghe) all’art. 42-bis è stata introdotta una disciplina transitoria che regola l’istituzione delle comunità energetiche e dell’autoconsumo collettivo a cui sono seguiti provvedimenti di ARERA (modello di regolazione delle partite economiche), del MISE (schemi di incentivazione) e del GSE (regole applicative riconoscimento tariffe incentivanti).
Tale quadro normativo transitorio è stato superato dal recepimento integrale della REDII attraverso la promulgazione dei D.lgs. 199 e 210 pubblicati in G.U. il 30 novembre 2021 ed entrati in vigore rispettivamente il 15 ed il 26 dicembre 2021 attuazione della direttiva 2018/2001/UE e attuazione della direttiva 2019/944/UE.
CER e AC sono strumenti innovativi che portano benefici economici (NON profitti finanziari), sociali e ambientali ai soggetti che vi aderiscono. Inoltre sull’energia che viene auto-consumata lo Stato attraverso il GSE riconosce i minori costi di sistema derivanti dall’energia condivisa oltre alla corresponsione di una tariffa incentivante per l’energia prodotta e auto-consumata.
I comuni possono svolgere un ruolo importante per informare, promuovere e sostenere le CER di quartiere, generando risparmi per lo stesso ente. Sono quindi chiamati ad avere un ruolo attivo nella diffusione delle Comunità Energetiche e dunque un ruolo di garante. Il sindaco può promuovere la nascita di tali comunità nell’ambito di un quartiere, un distretto del commercio o un’area artigianale.
Gloria Lisi e Stefano Brunori