Il nuovo sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad, ha recentemente chiamato a ricoprire l’incarico di Capo di Gabinetto un personaggio notissimo ― Riccardo Fabbri, protagonista indiscusso di tante vicende politiche riminesi, che per questo ha lasciato il suo buen retiro di Presidente di ACER, l’agenzia comunale per la casa ― in sostituzione del vecchio titolare, il dirigente Fabio Mazzotti, nominato da Andrea Gnassi e in carica dal 2018.
Proprio per la delicatezza del suo ruolo istituzionale, il nuovo Capo di Gabinetto non può concedere interviste: ma grazie alla sua notorietà di intellettuale squisitamente riminese e ad una antica amicizia, 5835 Magazine si permette il lusso di fargli questa intra-vista immaginaria.
D. Ben trovato, Riccardo! Come nuovo Capo di Gabinetto, ti senti più il Fantasma dell’Opera, il Cardinal Richelieu o il Capitano Achab della politica riminese”?
R. Ci conosciamo da troppi anni perché possa cadere nella tua trappola, caro Mario! Sappiamo bene tutti e due che questa intervista è totalmente “immaginaria”, dunque puoi farmi dire quello che vuoi, anche con risposte “verosimili”, tipo “Fiocinerei volentieri al cuore la balena bianca della politica riminese, anche a costo di scomparire fra i flutti”; oppure “So bene di essere considerato un piccolo Cuccia riminese che cammina a testa bassa lungo il Corso d’Augusto salutando tutti e non dando retta a nessuno”. Ma sappiamo entrambi che non c’è niente di più falso del verosimile. Come il simil-oro!
D. D’accordo, ma so anche che a dispetto del tuo seriosissimo “ruolo” attuale ti piace giocare, se no non avresti nel tuo armadio lo scheletro di un libro a dir poco fantastico che si intitolava “La piada nella roccia”, firmato da Paolo Cananzi e Lia Celi, ma che aveva proprio te come mentore, anzi come quasi-editore neppure tanto occulto (O.N.U. – One Nation Underground). Era il lontanissimo 1993, quando Rimini festeggiava il 150° della nascita del primo stabilimento balneare. Cosa è rimasto di quel Riccardo Fabbri?
R. Ecco, vedi?, vuoi che ti dica che il ruolo tarpa le ali della fantasia, ma non è mai così. Il carattere è il carattere. La psiche è la psiche. Vero è che io non amo apparire, davvero, l’apparire è totalmente assente dal mio panorama interiore. Sono stato benissimo nel mio “esilio”, invisibile per cinque anni a capo dell’Acer, l’Agenzia per la Casa, lavorando a testa bassa e a stretto contatto con una manica di disperati con cui spesso diventavo amico. Quello che mi era più caro, fra quei disperati, era un assassino, dico davvero, e questo puoi scriverlo perché te l’ho detto, non te lo stai inventando, accidenti a te. Mentre so che il resto lo andrai a raschiare proprio in quel libretto che citi: “Rimini (è) infettata da un morbo che dilaga a vista d’occhio e che si trasforma senza posa seguendo il ritmo di trend via via più squallidi e volgari” (Celi), una Rimini in cui “la cosa più seria mai concepita è la nascita della Repubblica di San Marino: il caratteristico grumo di pus che dà riconoscibilità certa all’infezione diffusa” (Cananzi). E non stiamo certo parlando di Covid, la profezia è profezia, che diamine! Quel librettino andava bevuto in un fiato, come ogni calice amaro che si rispetti, “con l’aggiunta di un garbato ruttino finale, liberatorio”.
D. Adesso sei tu che divaghi, Riccardo, la mia era una domanda innocente: sei passato per tutte le stagioni politiche della nostra città, hai fatto l’uomo ombra di uomini politici che sembravano importanti e che oggi sembrano alcuni semplicemente evaporati, altri “miracolati”. Mentre tu sei di nuovo sulla cresta dell’onda post-gnassica, un’era geologica tutta da prefigurare, ma con buona memoria delle pratiche in uso nella Prima Repubblica. Fisicamente sembri sempre lo stesso marziano planato per sbaglio sulla spiaggia di Rimini, ma “dentro” sei cambiato?
R. E tu, sei cambiato o sei sempre il solito “rompiscatole”? La verità è che il quadro generale è molto impoverito. Una volta potevi avere delle sintonie o essere in grave disaccordo con chi giocava al tavolo della politica, oggi mi sembra che non si sappia neppure più a che gioco si sta giocando, viene quasi nostalgia della Scuola di Partito alle Frattocchie. La confusione regna sovrana, al centro come in periferia, e governare diventa quasi impossibile. Ma anche nel “tuo” mondo della cultura mi sembra che le cose non vadano meglio. Io ho una formazione in qualche modo calvinista, tu cattolica; ma se Atene piange Sparta non ride, devi convenirne. Certo, sono “sopravvissuto” a tutti gli tsunami politici di questi anni, tu stesso hai recensito il libro di Ceccarelli, in cui tutto sembra successo Invano: è un titolo di demerito, forse?
D. Sono io che faccio le domande, Riccardo, non invertiamo i ruoli. Sai cosa mi colpisce della tua “carriera”? La costante relativa modestia delle tue retribuzioni. Io da “editore d’insuccesso” rasento letteralmente l’indigenza, ma almeno io faccio solo quello che mi piace, come questo Blog nato a costo zero: tu da Segretario Politico di Sadegholvaad ti dovrai fare un mazzo tanto per un “misero” stipendio e per una indennità riconosciuta “ad personam” di soli 20 mila euro annui. Non sarai un po’ masochista?
R. Macché, caso mai sono un po’ sadico. Poi, ho imparato dai tuoi libri di psicoanalisi che sadismo e masochismo sono le due facce della stessa medaglia. Questo vale a maggior ragione in politica dove le sindromi psichiatriche si sprecano, a partire dall’isteria, non mi far dire di più. Si, guadagno poco perché ho bisogno di poco e preferisco non chiedere. O forse preferisco che siano gli altri a chiedere a me quello che posso dare per il ruolo che ricopro, di solito buoni consigli. Ma se adesso mi tiri fuori Fabrizio De André, Bocca di rosa (“Si sa che la gente dà buoni consigli / Se non può più dare cattivo esempio”) giuro che ti meno, appena finisce l’emergenza Covid…
D. No, tranquillo, tanto l’hai già fatto tu! Buon lavoro, caro Riccardo, hai ancora tanta strada da macinare, tanti spritz da bere. Hai solo 65 anni, non dimenticarlo, mentre Rimini ne ha più di 2.000. Questa nostra amatissima Rimini che “confina a sud con Riccione, a nord con Bellaria, a est con il mar Adriatico, a ovest con San Marino. Perciò fuggire è inutile”. Forza, ai remi! Fa vedere a ‘sti ragazzini come si fa a estrarre la piada dalla roccia!
R. Si, sarà dura. Per questa generazione la rivoluzione sarebbe estrarre il Campari dallo spritz…
Che Mario fosse un pazzo lo sapevo…
…ed è del resto il fondamento di quella amicizia a distanza che ci accomuna. Però l’intervista immaginaria o intra-vista, come diavolo l’ha chiamata, supera ogni previsione.
Del resto mi ricordo ancora il suo entusiasmo nell’accettare la proposta di formato del libro (l’evocato “La piada nella roccia”) che si accingeva ad editare: “Benissimo, è un formato che non ha mai funzionato!”. Questo è l’uomo: un irregolare di genio, con il quale mi è impossibile non andare d’accordo.
Mettiamola così: pochi mesi fa è stato pubblicato un libro notevole, “Rumore”, scritto dal premio Nobel Kahneman insieme ad altri emeriti studiosi. Tratta degli errori di giudizio, in questo caso intesi non come espressione di opinioni ma come decisioni. Contiene una casistica ampia che spazia alla giustizia alla selezione del personale e fornisce strumenti metodologici utili a migliorare la qualità del giudizio, appunto, eliminando il rumore che spesso ci porta fuori strada.
Quello che qui rileva, è che viene dimostrato come una parte non piccola delle distorsioni nelle valutazioni discende dalla presunzione soggettiva con la quale la gran parte di noi pensa di sapere riconoscere a colpo d’occhio le persone e di prevederne qualità tecniche, caratteriali e morali. Funzioniamo così e, dunque, chi sono io per contestare il ritratto che mi disegna lo scriteriato di qui sopra?
Di più: sappiamo chi siamo? Sappiamo distinguere il teatro della nostra rappresentazione quotidiana dall’anima autentica che ci abita? E’ tipico di molte persone, in politica si trovano casi da manuale, perdere la distinzione tra i due piani fino al punto di credere all’autenticità delle proprie menzogne.
Non ha quindi senso mettersi a contestare la legittima rappresentazione di sé stessi da parte di altri: è vera e al tempo stesso arbitraria nel momento in cui viene formulata. Quello che posso aggiungere è che essendo di natura riservato, questo dà adito a possibilità di interpretazione particolarmente ampie.
E, per finire in leggerezza, ammetto che, non essendo in alcun modo credente, mi disturba la qualifica cardinalizia che ogni tanto mi viene attribuita. Detto in altri termini, per me Gesù Cristo è un personaggio di fantasia con la stessa valenza di Sandokan o Batman. Al tempo stesso però, non è di fantasia il cristianesimo e sono sempre più convinto che se la maggioranza dei credenti praticasse con un minimo di coerenza i propri dettami religiosi vivremmo in un mondo migliore.
In sintesi, vi ho consigliato due libri: Rumore di Kahneman ed i Vangeli di autori vari (diritti scaduti).
Riccardo Fabbri
Parlare a suocera perché nuora comprenda?
Un commento sottovoce alla scambio di battute fra Riccardo Fabbri e Mario Guaraldi
Come si dice? Fra pazzi siamo in buona compagnia! Mi ha divertito molto leggere la vostra intervista immaginaria e confesso che avrei gradito addirittura che fosse stata più lunga, un po’ come quando ascolti qualcosa che ti piace e poi finisce troppo presto.
Il personaggio intervistato cita un libro, Rumore, scritto dal premio Nobel Kahneman, e chi lo conosce sa che con questa sua abitudine alle citazioni letterarie riesce ad accompagnare persino un documento di natura contabile, quindi mi domando: forse ci vuole dire qualcosa di sé o semplicemente è l’ennesimo artificio per giocare a nascondino (visto che decisamente non ama mai apparire) ed elucubrare fini pensieri sulla realtà che lo circonda?
Non posso fare a meno di apprezzare il tema delle decisioni: io penso che la mia, forse per molti giudicata “folle”, di candidarmi, mi abbia dotata di un nuovo strumento di giudizio, perché al di là dei credo di ciascuno, al di là delle virtù che ciascuno di noi ha, sono le decisioni che prendiamo a determinare chi siamo veramente (“non sono le nostre capacità che dimostrano chi siamo davvero, ma sono le nostre scelte”, Harry Potter, la Camera dei Segreti, Albus Silente).
Mi perdonino Riccardo e Mario se non ho potuto fare a meno di inserirmi nel loro “duetto” amicale: non so se come suocera o come nuora, sicuramente come una che stima e apprezza l’intelligenza e l’arguzia ovunque si trovino, soprattutto quando movimenta e colora il grigiore della politica!
Gloria Lisi